Problem Solving: metodologie, strumenti e applicazioni integrate nella consulenza Lean

Tecniche tradizionali e nuovi approcci per risolvere i problemi

Nell’ambito della consulenza lean si evidenzia come l’approccio al Problem Solving sia fondamentale per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi aziendali. La consulenza lean si concentra infatti sull’eliminazione degli sprechi e sull’ottimizzazione delle risorse, mentre il Problem Solving diventa uno strumento chiave per identificare e risolvere le cause alla radice dei problemi. Questo approccio metodologico standardizzato e sistematico si basa su fatti, logica e dati, ed è applicabile a problematiche sia semplici che complesse. Identificare correttamente il problema e comprenderne l’origine è essenziale per adottare le soluzioni più efficaci e sostenibili nel tempo.

Un problema si manifesta quando c’è una discrepanza tra ciò che dovrebbe accadere e ciò che accade realmente. Questa differenza deve essere sufficientemente significativa da giustificare un intervento correttivo. Il problema è considerato risolto quando esiste almeno una soluzione in grado di colmare il divario. Tuttavia, per risolvere un problema, è fondamentale prima definirlo chiaramente. Il problem setting, ovvero l’arte di formulare correttamente i problemi, è un passaggio cruciale per un’efficace applicazione del Problem Solving e della consulenza lean, garantendo che le soluzioni adottate siano allineate con gli obiettivi di miglioramento continuo dell’organizzazione.

Definire bene un problema è in gran parte averlo risolto” (Benedetto Croce). 

Il problem setting spetta al Top Management, il Problem Solving al Middle Management e a tutte le risorse coinvolte nel problema.

In genere quando ci si riferisce a metodi e tecniche di soluzione dei problemi si parla di “problem solving”, forse perché si preferisce mettere in evidenza il momento risolutorio che ci libera dallo stress del problema. 

Tuttavia il solving viene dopo del setting, ed è anche meno importante dal punto di vista gerarchico. Chi pone i problemi in genere ha un potere superiore a chi li deve risolvere.

L’Importanza del Problem Solving nella Consulenza Lean: Ottimizzazione e Miglioramento Continuo

La soluzione del problema, detta per brevità “problem solving”, è un processo che ha queste componenti:

  • Problem finding: rendersi conto del disagio.
  • Problem setting: definire il problema. 
  • Problem analysis: scomporre il problema principale in problemi secondari Work Breakdown Structure (WBS)
  • Problem solving: eliminare le cause e rispondere alle domande poste dal problema 
  • Decision making: decidere come agire in base alle risposte ottenute 
  • Decision taking: passare all’azione

I concetti chiave legati al Problem Solving includono:

  1. Sintomo (dal greco σύμπτωμα: avvenimento fortuito, incidente, ciò che può capitare). Il sintomo è una condizione rivelatrice, un indizio di un fenomeno che evidenza una condizione anomala che si è verificata o sta per verificarsi
  2. Problema: questione, domanda o asserzione la cui soluzione, risposta o giustificazione non è immediatamente disponibile, ma va in qualche modo ricercata, attraverso una strategia risolutiva eseguibile e finita [fonte Enciclopedia della Matematica]
  3. Causa: Fatto o avvenimento che provoca un determinato effetto, che è origine o occasione di un altro fatto
  4. Soluzione: (dal latino solvĕre: sciogliere) Superamento di una difficoltà, risoluzione di un problema

Il modo di lavorare quotidianamente è regolato da relazioni di causa ed effetto. Se vogliamo eccellere nel nostro quotidiano dobbiamo comprendere queste relazioni.

Per raggiungere la soluzione o l’effetto corretta è necessario passare attraverso la comprensione del problema, ma prima ancora di aver risolto un problema è difficile definirlo bene e stabilire una gerarchia di problemi sulla base di alcuni indicatori:

  • Frequenza (sporadico vs. cronico)
  • Complessità
  • Tempo necessario per la risoluzione
  • Numero di persone da coinvolgere
  • Tipo di strumenti da utilizzare

Le metodologie chiave per il Problem Solving

Due metodologie chiave per il Problem Solving sono Il ciclo di Deming e il metodo DMAIC.

Il ciclo di Deming (o ciclo di PDCA, acronimo dall’inglese Plan–Do–Check–Act, in italiano “Pianificare – Fare – Verificare – Agire”

E’ una metodologia iterativa che guida il processo di miglioramento continuo attraverso un’azione ciclica di reiterazione sequenziale delle 4 fasi che costituiscono la cosiddetta ruota di Deming, dal nome dell’inventore William Edwards Deming.

Le fasi

FASE 1 – PLAN
Fase dove si chiarisce il problema, se ne analizzano le cause e si propongono potenziali soluzioni. Gli Step operativi:

a. Osservare il processo ed inquadrare il problema. Significa rispondere a 6 domande: Chi? Cosa? Dove? Come? Quando? Perché?

b. Misurare lo stato attuale

c. Definire lo stato futuro e gli obiettivi da raggiungere

d. Definire le cause del problemaIdentificare le possibili azioni correttive

e. Identificare le possibili azioni correttive

f. Validare le azioni correttive

Questa è la fase di problem setting. E’ una fase fondamentale perché il modo in cui il problema è definito influenza il set di alternative per la soluzione

Una precisa definizione del problema consente di:

  • agire efficacemente alla sua risoluzione tramite la corretta identificazione e successiva eliminazione delle sue cause
  • evidenziare gli spetti cruciali su cui concentrare l’attenzione
  • ridurre gli sprechi di energie dedicate ad attività non coerenti con la natura del problema
  • contribuire alla definizione dei criteri di efficacia delle soluzioni

FASE 2 – DO
Fase di implementazione delle soluzioni e di implementazione delle azioni correttive (tramite test o progetti pilota). Il Problem Solving si inserisce in questa fase.

  • Nel definire l’azione correttiva da attuare è importante chiedersi:
    il motivo ed in che modo la soluzione proposta muterà la situazione verso l’obiettivo.
  • le conseguenze all’azione intraprese, in pratica se l’azione proposta oltre risolvere la causa del problema, risulta tecnicamente valida (sul piano dei costi, del tempo di attuazione, dell’affidabilità della soluzione, dell’efficienza della stessa e accettabile da parte delle persone che vi dovranno dedicare tempo , energie ed impegno

FASE 3 – CHECK
Fase di verifica dell’efficacia delle soluzioni adottate confrontandoli con gli obiettivi attesi attraverso la raccolta e valutazione dei risultati. E’ importante raccogliere con attenzione dati ed informazioni per verificare l’effetto dell’introduzione dell’azione correttiva sul processo.

Se il check è stato positivo si può entrare nella fase ACT, altrimenti si riprendi un nuovo circolo PDCA. Gli elementi acquisiti con la sperimentazione andranno ad arricchire la descrizione originaria del problema.

FASE 4 – ACT
Standardizzazione delle soluzioni efficaci e ripetizione del ciclo se necessario. Gli Step operativi:

a. Standardizzare le migliori iniziative di miglioramento. A tal fine è necessario apportare le necessarie modifiche a: Procedure, istruzioni e cicli di lavoro, Impianti, e attrezzature. E’ Se le muove metodologie sperimentate hanno portato importanti benefici è suggerito di estenderle ai processi similari.

b. Fare in modo che gli standard siamo implementati da tutti. E’ suggerito di definire e lanciare piani di audit regolari

Il Metodo DMAIC (Defining, Measuring, Analyzing, Improving e Controlling )

L’approccio DMAIC nasce in ambito Six Sigma, che nell’ambito di una consulenza lean ha l’obiettivo principale di risolvere un problemi relativi a difetti o guasti, deviazioni rispetto a un obiettivo, costi eccessivi o sprechi di tempo, ecc.

La metodologia DMAIC si struttura in 5 fasi sequenziali basate principalmente sull’applicazione della statistica per l’analisi del processo. Le prime 3 fasi caratterizzano il problema, mentre le ultime 2 si focalizzano sull’implementazione delle soluzioni e ottimizzazione dei processi

Le fasi:

Define: Identificazione del problema e degli obiettivi.
In dettaglio questa fase si compone di vari step:

  • Dimensionamento operativo
  • Dimensionamento economico
  • Identificazione del ring o perimetro di intervento
  • Costruzione del Team di lavoro
  • Definizione degli obiettivi del Team
  • Pianificazione intervento

Measure: Raccolta dati e valutazione delle prestazioni attuali.

Gli step operativi:

  • Raccolta dati 
  • Analisi statistica dei dati
  • Calcolo della capability di processo 
  • Definizione delle performance di processo AS-IS

Analyze: Identificazione delle cause radice.
Gli step operativi:

  • Ricerca della causa radice
  • Verifica quantitative delle relazioni causa-effetto
  • Analisi statistiche a supporto

Improve: Sviluppo e implementazione delle soluzioni.
Gli step operativi:

  • Pianificazione degli audit sul campo
  • Consolidamento delle soluzioni condivise
  • Piano di implementazione

Control: Monitoraggio per garantire la sostenibilità delle soluzioni.
Gli step operativi:

  • Costruzione di un sistema di controllo e audit
  • Validazione delle soluzioni sulla base dei risultati ottenuti

È fondamentale celebrare i risultati raggiunti per favorire l’engagement e rafforzare lo spirito di squadra.
Questi step permettono di:

  1. Identificare in maniera chiara e condivisa i confini e le competenze del progetto
  2. Quantificare i miglioramenti operativi (misurati in DPMO, PPM) ed i conseguenti savings 
  3. Maturare progressivamente una conoscenza più analitica del processo
  4. Consolidare le analisi dei dati orientate alla definizione degli elementi cruciali (Critical Few) per migliorare il processo
  5. Identificare i possibili quick-win ed implementare tempestivamente le soluzioni efficaci
  6. Controllare che i miglioramenti siano “strutturali”, cioè statisticamente significativi e non raggiunti per caso

Gli Strumenti del Problem Solving nella Consulenza Lean

I 5W+1H

Questo metodo, sviluppato da Sakichi Toyoda e successivamente implementato nella Toyota Motor Corporation, mira a esplorare le relazioni di causa-effetto per identificare le cause radici di problemi o difetti.

Si tratta di un acronimo che riassume i “Perché?” da porsi ripetutamente fino a individuare la causa principale di un problema.

  • Who (Chi?)
  • What (Cosa?)
  • Where (Dove?)
  • When (Quando?)
  • Why (Perché?)
  • How (Come?).

Carte di Controllo

Sono diagrammi per studiare e di controllare l’andamento nel tempo di una qualsiasi attività aziendale, riportando i limiti inferiore e superiore di controllo, il valore medio di riferimento (valore nominale) ed i valori di un campione significativo di misure.

L’attività in esame è considerata in stato di controllo quando tutti i punti si trovano all’interno dei limiti e sono distribuiti in maniera casuale attorno alla linea centrale (stato di controllo statistico).

Diagramma di Pareto

Diagramma a  barre  nel  quale  le  variabili  misurate  vengono  disposte  in  ordine decrescente per frequenza ed i valori della stessa sono espressi in termini assoluti (asse sinistro); al diagramma viene quindi sovrapposta la linea che rappresenta le percentuali cumulate (asse destro).

Lo  strumento  è  utilizzato  per  valutare  immediatamente e visivamente quali sono gli elementi rilevanti e il loro impatto

Stratificazione

E’ il processo statistico di raggruppamento o di suddivisione dei dati sulla base di attributi o caratteristiche ritenuti significativi ai fini dell’analisi. Lo scopo è quello di riorganizzare le informazioni in modo tale da poter individuare l’area in cui risiedono con elevata probabilità le cause delle variazioni (problemi) esaminati.

Le  categorie  risultanti  dalla  stratificazione  possono  quindi  essere  utilizzate  per  il tracciamento  (uno  per  ogni  caratteristica  presa  come  riferimento)  di  istogrammi, diagrammi di correlazione, di Pareto e carte di controllo.

Diagramma di correlazione

Grafico a due dimensioni utilizzato per studiare i possibili rapporti tra due variabili ed, in particolare, l’eventuale dipendenza di una dall’altra. Viene utilizzato  soprattutto  quando  si  vuole  ricercare  una  relazione  tra  una determinata condizione e le sue possibili cause. A seconda del posizionamento dei punti, che corrispondono ai valori dei dati, si può individuare una relazione diretta o inversa.

Le informazioni fornite da tale diagramma sono esclusivamente di tipo qualitativo, mentre per ottenere dati quantitativi è necessario ricorrere alle tecniche di regressione.

Diagramma causa-effetto – Ishikawa

Strumento utilizzato per individuare e rappresentare, per un dato effetto, le sue potenziali cause. Queste ultime sono organizzate in categorie (generalmente nell’area fabbricazione si utilizzano le quattro M: man, materials, machines e methods) e sottocategorie, individuate utilizzando la tecnica del brainstorming.

Diagramma delle relazioni

Strumento che consente di rappresentare su di una mappa visual un determinato fenomeno, tutti i possibili fattori che lo influenzano e le loro relazioni reciproche. 

Analisi dei campi di forza- Diagramma delle forze

Metodologia di analisi che, avvalendosi di uno strumento grafico come il diagramma delle forze, consente di selezionare, tra tutte le proposte avanzate per la soluzione di un problema, le azioni che potrebbero avere maggior impatto. Le cause  di  un  problema  vengono  dapprima  pesate,  tramite  un  sistema  di  voto  ponderato,  e successivamente rappresentate su di un grafico sotto forma di frecce di lunghezza proporzionale al peso che gli è stato attribuito. Le azioni che potrebbero portare alla risoluzione del problema vengono anch’esse rappresentate tramite frecce che si fronteggiano a quelle rappresentanti le cause. La loro lunghezza è determinata dalla sommatoria delle lunghezze delle frecce rappresentanti le cause che riescono a risolvere. In questo modo le azioni che risolveranno il maggior numero di cause, o quelle con il maggior peso, saranno rappresentate con frecce più lunghe e sarà semplice selezionare tra tutte le azioni quelle da perpetrare per prime.

Conclusioni

Il Problem Solving è una competenza essenziale per affrontare fasi di Change Management o per risolvere problemi quotidiani. È importante, infatti, concentrarsi sull’eliminazione delle cause anche se l’urgenza della situazione porta a concentrarsi sul tamponamento degli effetti. Metodologie come PDCA e DMAIC, insieme a strumenti di analisi delle cause radice come il diagramma di Ishikawa, i 5 Whys, il diagramma di Pareto che consentono di analizzare sistematicamente i problemi e adottare soluzioni efficaci. Un approccio strutturato può portare a miglioramenti concreti nei processi produttivi e nella soddisfazione del cliente.

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